Ultima modifica: 16 Febbraio 2024

TUTTI UGUALI, TUTTI DIVERSI, TUTTI IMPORTANTI

Venerdì 2 febbraio 2024 si è celebrata “La Giornata dei calzini spaiati”, un’iniziativa, nata circa dieci anni fa dalla volontà di una docente friulana e diffusasi poi nelle scuole di tutta Italia, con l’intento di sensibilizzare gli alunni sull’importanza della diversità, intesa come valore e arricchimento, e promuovere sentimenti di solidarietà. L’idea è quella di far indossare agli studenti calzini differenti per colore o fantasia, un gesto di per sé banale, ma, a uno sguardo più attento, estremamente efficace e simbolico, dal momento che i calzini diventano, nel caso specifico, metafora della diversità e del fatto che colore, lunghezza, forma e dimensione non cambiano la natura delle cose: i calzini sono e restano tali, al pari delle persone, diverse tra loro e per questo uniche e rispettabili. È interessante notare come il consenso riscosso dall’iniziativa vada oltre l’ambito scolastico, difatti, sull’onda della crescente attenzione e sensibilità nei confronti di temi quali l’inclusione e il rispetto della diversità, sono sempre più numerosi gli adulti entusiasti di indossare, per l’occasione, calzini spaiati e di condividerne lo scatto sui social. Viene spontaneo chiedersi, allora, che cosa vi sia alla base del successo di un’iniziativa che, nel mare magnum delle celebrazioni inerenti la diversità, è in grado di suscitare curiosità e interesse in maniera così trasversale, che cosa renda così speciale un evento che, al di là della sua apparente leggerezza, nasconde significati e messaggi profondi? La risposta più probabile al nostro quesito risiede, non tanto nell’originalità dei temi affrontati, quanto nella modalità con la quale essi vengono proposti. Relativamente all’ambito scolastico, che ci riguarda più da vicino, va sottolineato infatti il ruolo attivo a cui sono chiamati in questa giornata gli alunni, non come spettatori a cui imporre la tolleranza passiva, ma come protagonisti principali di esperienze in grado di dar loro strumenti per conoscere e comprendere al meglio un tema tanto complesso come quello della diversità. Tra le molteplici iniziative messe in campo dalle scuole in questa giornata, nella Scuola Secondaria di Primo Grado “Nicola Ruffo” la nostra scelta è ricaduta sull’idea originaria dell’evento, sia per la sua efficacia sia per la sua capacità di coinvolgimento: dopo aver invitato gli alunni a presentarsi a scuola, indossando calzini diversi, abbiamo chiesto loro di sedersi in cerchio senza scarpe. Superato un primo momento di curiosità e di ilarità suscitato dall’insolita situazione, ci siamo soffermati sui motivi dell’iniziativa, sul concetto di diversità e di unicità, intesa come rispetto per chi ci sta di fronte, per i suoi tempi di crescita, per le sue attitudini, per le sue potenzialità, ma anche per le sue debolezze, in altre parole come valorizzazione delle differenze. La disposizione circolare con valenza simbolica, ha favorito la partecipazione di tutti. Il cerchio, una linea senza inizio né fine, chiusa su se stessa, è simbolo di integrazione, di uno spazio in cui tutti gli aspetti opposti o complementari della vita possono coesistere in armonia. Una forma, quindi, che permette a ognuno di essere esattamente nella stessa posizione degli altri, uguale, senza alcuna gerarchia, dove tutti possono guardare tutti facilmente, in un clima di complicità immediata, accoglienza ed empatia, all’interno del quale tutte le diversità coesistono, ma non si annullano, non diventano uguali, ma sono parte integrante e caratterizzante della comunità, che è poi il principio ispiratore della Giornata dei calzini spaiati.

Nella scuola primaria, le classi, gli alunni, oltre ad aver indossato calzini spaiati, hanno effettuato diverse attività per sensibilizzare al tema della diversità, vista come incontro e arricchimento reciproco.

JUST BECAUSE SOMEONE LOOKS DIFFERENT, IT DOESN’T MEAN THEY AREN’T GOOD FRIENDS!!!

Nello specifico gli alunni della classe 5^D hanno affrontato la delicata tematica attraverso l’ascolto di una storytelling, in lingua inglese, dal titolo “Simon Sock” di Sue Hendra e Paul Linnet. Questa storia racconta le vicissitudini del calzino Simon che a causa della sua unicità non ha un amico con cui condividere il suo tempo e le sue passioni. Dopo mille peripezie nel trovare il suo gemello, scopre che la vera amicizia e felicità ci viene data proprio da chi è diverso da noi.

La classe ha ascoltato la storia in lingua inglese, attraverso le parole dell’autore, e con un debate si è confrontata sulla comprensione del testo, riflettendo sul messaggio che questa vuol offrire.

Successivamente gli alunni in cooperative learning hanno suddiviso il racconto in sequenze e per ciascuna hanno realizzato delle tavole. Il prodotto finale di questo percorso è stato il racconto attraverso le voci dei ragazzi di “Simon Sock” con il Kamishibai, eseguito sia in lingua inglese che nella traduzione italiana ai bambini delle classi prime, lasciando a tutti gli ascoltatori il messaggio:

JUST BECAUSE SOMEONE LOOKS DIFFERENT, IT DOESN’T MEAN THEY AREN’T GOOD FRIENDS!!!

SOLO PERCHE’ QUALCUNO SEMBRA DIVERSO, NON SIGNIFICA CHE NON SIA UN BUON AMICO!!!

Le docenti:

Francesca Chiefa

Giovanna Pellecchia

Mirella Campanella




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