Una serata ricca di emozioni, riflessioni e speranze
Alcuni alunni della scuola secondaria di primo grado “Nicola Ruffo”, dell’Istituto comprensivo “Gianni Rodari” di Palagiano, accompagnati dalla docente Vincenza Favale, in rappresentanza della nostra comunità scolastica e del D.S., professor Vito Cuscito, lunedì 5 febbraio hanno partecipato ad un significativo evento. L’iniziativa si è svolta nel salone delle conferenze della parrocchia di San Sabino a Bari ed era dedicata alla commemorazione di Nicola Ruffo, concittadino vittima innocente della mafia, nel cinquantesimo anniversario della sua tragica morte. L’evento, presentato e condotto da don Angelo Cassano, parroco di San Sabino e referente regionale di “Libera contro le mafie”, ha visto la partecipazione di illustri personalità come Daniela Marcone, referente Memoria di “Libera”, e don Luigi Ciotti, referente nazionale di “Libera”. Pasqualina Ruffo, figlia di Nicola Ruffo, ha emozionato il pubblico con il ricordo della vita di suo padre, il momento della sua tragica uccisione e il lungo percorso verso il riconoscimento ufficiale. Ha espresso gratitudine verso gli astanti e i “nipotini” di suo padre, ovvero gli studenti della scuola secondaria di primo grado “Nicola Ruffo” di Palagiano. L’evento è stato caratterizzato anche dai saluti istituzionali, tra cui quelli del sindaco di Bari, Antonio Decaro, della rappresentante del Prefetto e del presidente della Regione Puglia, Emiliano, che ha inviato una commovente lettera. La serata è stata particolarmente toccante, anche grazie alla presenza dei familiari di altre vittime innocenti di mafia, contribuendo a creare un’atmosfera carica di emozioni, riflessioni e speranze. Un momento significativo è stato il coinvolgimento dei giovani studenti, commossi per essere stati ricevuti da don Ciotti. Quest’ultimo ha condiviso con loro un appello motivante: “Siate il cambiamento, non siate indifferenti, anonimi”. Un incoraggiamento a essere attivi nella lotta contro le mafie e a contribuire al cambiamento sociale ogni giorno, anche nelle piccole cose.
La docente referente dell’area letteraria: Vincenza Favale
“La stretta di mano di Don Ciotti mi ha investito di senso di responsabilità; il suo intervento è stato molto significativo per noi giovani “Bisogna smettere di essere indifferenti davanti a scene bruttissime che ancora oggi avvengono” e ancora “Il cambiamento che noi desideriamo e sogniamo, ha bisogno di ciascuno di noi. Se c’è una malattia terribile nella società, questa è l’indifferenza e la rassegnazione. Il pensare che tocchi sempre ad altri fare le cose…e poi ci sono sempre più persone che manifestano la propria indignazione. È giusto, ma a queste io risponderei: “Datevi una mossa, allora!”. Giovanni Liverano 3^D
“Morire per gli altri ha dato a Nicola la gloria che tanti ricercano in falsi ideali. Il coraggio e l’integrità morale di Nicola saranno per sempre ricordati, perché sono simbolo di come gli uomini possono essere generosi gli uni con gli altri. Per questo, come detto nel discorso della figlia Pasqualina, Nicola è ancora tra noi, anche a distanza di 50 anni. Ed è stato un onore conoscere Don Luigi Ciotti, sacerdote che fa della sua vita esempio di sacrificio per gli altri.” Giovanni Gesmundo 3^B
“Una persona muore veramente quando sarà dimenticata”. “Queste parole di Pasqualina Ruffo mi hanno ricordato l’importanza della Memoria. A noi il compito di ricordare!”. Andrea Caprioli 3^D
“Aver avuto l’opportunità di partecipare alla commemorazione di Nicola Ruffo, insieme ai miei compagni e alla professoressa Favale, per rappresentare la nostra scuola è stato un onore. Le parole di Pasqualina e di don Ciotti hanno colpito i nostri cuori, emozionandoci. Diretto e schietto anche il sindaco di Bari nel ricordare che la mafia purtroppo esiste: a noi il compito di combatterla!” Sofia Rita Vernile 3^D
“Credo che Pasqualina Ruffo sia stata davvero brava nello scegliere il modo in cui commemorare suo padre, vittima di mafia. Ha utilizzato un linguaggio comune, ma preciso, immedesimandosi in Nicola Ruffo, parlando anche in prima persona, mentre raccontava la vita prima dell’assassinio. Il suo discorso è stato toccante e molto coinvolgente, poiché ha narrato con precisione e devozione nei confronti del padre, aspetti della sua vita ignoti alla gente: la giovinezza, la passione per gli studi, ma soprattutto il suo carattere. Il modo di essere e di pensare di Nicola è la cosa che più mi ha colpita. Ho appreso che era un uomo solare, altruista e propositivo, che non si è mai abbattuto, rimboccandosi le maniche e sacrificando la sua vita per salvarne un’altra. Un bellissimo esempio! Cristiana Russo 3^D
“L’intervento, che mi ha colpito maggiormente, è stato quello di Pasqualina Ruffo, la figlia di Nicola, che con le sue semplici parole è riuscita a trasmettere la gioia delle azioni di suo padre e la sua personalità. Molto interessante è stato anche l’intervento di Don Ciotti, fondatore di “Libera”; ci ha ricordato che l’indifferenza è il peggior atteggiamento che si possa assumere nei confronti delle persone bisognose di aiuto.” Anna Lillo 3^D
“Mi ha colpito l’altruismo di Nicola Ruffo: la sua morte è stata l’ultimo atto di amore verso una sconosciuta.” Jasmine Capozzi 3^D
“Nicola Ruffo non è morto, oggi lui vivrà nella nostra memoria e continuerà a vivere finché non verrà dimenticato.” Mariateresa Rastelli 2^D
“Che emozione! La nostra scuola è intitolata ad un grande uomo che non è raccontato da un libro, ma è descritto e presentato con immenso amore dalle sue figlie. Grazie!” Enea Sorino 2^A
“Quella che ho vissuto lunedì 5 febbraio è stata veramente una serata emozionante soprattutto per le frasi di amore, di affetto, di stima che Pasqualina ha rivolto nel ricordare il padre. Pasqualina mi ha trasmesso un grande messaggio quando ha detto che non bisogna essere mai indifferenti di fronte al pericolo. Infatti, il padre non si è voltato dall’altra parte, ma è intervenuto con coraggio per difendere la proprietaria della tabaccheria.” Loris Mastrangelo 2^C
“Avere coraggio è la sfida di ogni giorno; tutti abbiamo delle paure o delle difficoltà, che con coraggio possiamo affrontarle creando qualcosa di migliore. Nicola Ruffo cinquanta anni fa ha avuto il coraggio di morire, perché si potesse iniziare a combattere contro la mafia.” Rocco Giorgio 1^A
Carissimi ragazzi,
innanzitutto voglio ringraziare voi, i vostri genitori, la Vostra professoressa Favale ed il Vostro dirigente scolastico Vito Cuscito per avervi dato la possibilità di stare con me la sera del 5 febbraio.
Non si può descrivere cosa ho provato nel vedervi … Vi aspettavo ….
Ero arrivata 2 ore prima per accogliervi con tutti gli onori, ed ero nella sagrestia della chiesa a domandare a tutti quelli che entravano “Avete visto se è arrivato il pullman da Palagiano?”. Appena ho saputo del vostro arrivo vi sono venuta incontro perché era giusto che io, e non la professoressa Favale, vi accompagnassi …. Per me è stato un onore perché per un attimo ho preso il posto di mio padre e vi ho accompagnato in fondo alla sala dove solitamente, quando ci sono queste manifestazioni, mi metto perché solo così ho la piena visione di quello che succede.
Siete stati perfetti, attenti e dalle vostre lettere, che mi ha inviato la professoressa, traspare l’amore verso mio padre. Spero di non avervi annoiato
Mio padre era una persona che aveva tanto sofferto ma che aveva capito il vero senso della vita.
La gioia di vivere e l’amore che aveva verso gli altri ha lasciato un vuoto incolmabile nel cuore di mia madre, di mia sorella e nel mio, ma l’altra sera mi sono accorta che eravamo in tanti a gioire di questo piccolo grande uomo che il buon Dio ci ha fatto incontrare (a Voi con 50 anni di ritardo …. purtroppo) ma tutto si può recuperare e la memoria è importante.
Dall’altra sera voi siete i nipotini che con orgoglio parleranno di lui e, come disse anni addietro a me, “Finché tu mi ricorderai ed un tuo figlio si ricorderà di me io non sarò morto ma continuerò a vivere nei loro cuori”.
Avrei solo due piaceri da chiedervi. Il primo è di raccontare, quando potrete e vorrete, ai vostri amici e ai vostri compagni, che purtroppo non hanno potuto partecipare alla commemorazione, chi era Nicola Ruffo e ditegli che non era un eroe ma, come dico sempre, era un uomo semplice:
“Un uomo comune, fuori dal comune, che ha sacrificato la cosa più bella che Dio gli avesse dato: LA SUA VITA PER UN’ALTRA VITA”.
L’altro piacere che chiedo a tutti voi è di studiare perché solo così lo renderete felicissimo: è questo quello che lui veramente vuole. La scuola, lo studio e la cultura vi terranno lontani dai pericoli che purtroppo troverete sul Vostro cammino. Fate buon uso del vostro tempo e ………
GRAZIE
Pasqualina Ruffo