Ultima modifica: 12 Giugno 2022

Campionati Studenteschi di Scacchi – Fase Regionale 2022

Quando nel 2000 vinsi il Campionato di Scacchi del Centro Universitario Sportivo o quando, poco più che adolescente, frequentavo i tornei locali fino a giocare nella seconda categoria nazionale, mai – e dico mai – avrei immaginato che, a distanza di oltre vent’anni, mi sarei alzato dalla scacchiera per mettermi a guidare e motivare una squadra di ragazzini alla loro prima esperienza con un torneo ufficiale, sforzandomi invano di convincere loro – e forse ancor più me stesso – che non importa il risultato, non importa se gli altri sono più forti e preparati, non importa se perdiamo tutte le partite, l’importante è divertirci!

Sì, perché la verità negli Scacchi è un’altra: gli Scacchi sono la disciplina anti-deCoubertiniana per eccellenza, negli Scacchi si gioca per vincere, non certo per partecipare! Ma a volte la verità va svelata poco alla volta, un po’ come si fa nello spillare le carte in una fumosa mano di poker.

In una società come la nostra, in un mondo in cui tutti noi siamo costantemente obnubilati dalla bulimia di informazioni, dalla superpotenza dei motori delle macchine nell’euforia di una follia collettiva, fermarsi per qualche ora, per sedersi davanti a 32 pezzi e 64 quadratini alternati, diventa quasi una terapia catartica e rigenerante per ogni tipo di mente, anche per quelle più iperattive.

Le neuroscienze ci dicono che la mente ha regolarmente bisogno di essere resettata, ripulita dallo stress di una vita sempre più frenetica ed allenata, mantenuta elastica, proprio come i muscoli.

La maggior parte delle persone è convinta che chi gioca e riesce bene nel gioco degli scacchi è perché ha già un quoziente intellettivo più alto della media. In realtà la Scienza spiega il contrario: gran parte dei campioni del gioco degli scacchi ha un’intelligenza particolarmente spiccata perché gioca con costanza, perché allena il cervello al ragionamento e al pensiero strategico.

È ben acclarato che chi gioca regolarmente a scacchi ha mediamente prestazioni mentali nettamente migliori rispetto a chi non gioca, così come è indubbio che il gioco degli scacchi porta i ragazzi, anche quelli più piccoli, ad impadronirsi rapidamente di metodi di ragionamento molto simili a quelli dell’analisi logico-matematica che porteranno con sé per tutta la vita. Il gioco riveste una grandissima importanza per la maturazione dell’allievo perché lo abitua a concentrarsi, incrementa le capacità di problem solving, migliora la capacità di muoversi e percepire lo spazio, di memorizzare, sviluppa le capacità di pianificazione e strategia, lo mette continuamente di fronte alla necessità di prendere decisioni e quindi ad assumersi responsabilità, insegna a controllare la propria fisicità, le proprie reazioni e ad esprimersi. Tramite il “nobil giuoco” si migliora la socializzazione e si potenzia il sano agonismo, si migliora l’autostima e la consapevolezza del sé, si tempra il carattere, s’impara a gestire meglio il tempo e l’emotività, con conseguente ricaduta positiva sulla maggior parte delle materie di studio curriculari. Molti studi scientifici, inoltre, come “The Effect of Chess on Reading Scores: District Nine Chess Program Second Year Report” del dottor Stuart Margulies (vedi allegato), riportano che gli studenti capaci di giocare a scacchi beneficiano di effetti benefici anche su processi apparentemente ben lontani dal campo logico-matematico, come la capacità di lettura e di comprensione del testo.

Nonostante tali inopinabili evidenze, in Italia e ancor più nella Scuola Italiana, a Scacchi si gioca molto poco o niente (a confronto con le realtà europee ed extra-europee). Ed è solo grazie alla sensibilità e all’attenzione di pochi e lungimiranti Dirigenti Scolastici che si riesce, nonostante tutto ciò che in questi anni di emergenza pandemica ha travolto le istituzioni, ad attuare Circolari e Progetti Tecnici Ministeriali (vedi allegato), molto spesso considerati “non didatticamente prioritari”.

L’I.C. Rodari di Palagiano, con la sua giovane ma impavida squadra, anche quest’anno c’è stato; ha voluto provarci, ha voluto partecipare entusiasticamente ed essere ancora protagonista di questa nuova esperienza. In una corsa contro il tempo, prima che la bandierina dell’orologio cadesse irrimediabilmente, siamo riusciti a strappare l’iscrizione alla fase regionale del Campionato di Scacchi, attività inserita dal Dipartimento ministeriale per il sistema educativo di istruzione e di formazione nei Campionati Studenteschi 2021-22, che anche quest’anno, per la seconda volta consecutiva, si è svolta online (su piattaforma Omnia Chess, sotto la supervisione di arbitri nazionali, con l’immancabile supporto dell’inossidabile professor Pino Rinaldi, degli organizzatori ed arbitri federali – FSI).

La rappresentanza rodariana, costituita da 4 studenti e 2 studentesse della Scuola Secondaria di I grado (Sofia De Benedetto, Silvia Dipierro, Giovanni Iasiello, Nicola Matarrese, Salvatore Notarnicola, Antonio Putignano), con poche ore di studio tattico e con ancor meno di preparazione strategica, ha sfidato le compagini delle altre 27 istituzioni scolastiche pugliesi iscritte nel tabellone della fase regionale.

I nostri ragazzi, nonostante le mie rassicurazioni e la più volte manifestata vicinanza del DS, erano palpabilmente tesi, forse anche consapevoli di non essere al top della preparazione necessaria per ben figurare in un torneo regionale.

Ma è proprio in queste occasioni che loro, incredibilmente, riescono a sorprenderci con performance del tutto insperate. Dopo 6 turni individuali e ben 4 ore di gioco i sei ragazzi si sono così classificati:

  • 11-esimo – Giovanni Iasiello (4 punti)
  • 18-esimo – Nicola Matarrese (3.5 punti)
  • 33-esima – Silvia Dipierro (2.5 punti)
  • 36-esima – Sofia De Benedetto (2.5 punti)
  • 44-esimo – Salvatore Notarnicola (2 punti)
  • 47-esimo – Antonio Putignano (1.5 punti)

portando il nostro istituto comprensivo a registrarsi al sesto posto tra le squadre maschili-miste della sezione Secondaria di I grado dell’intero Campionato.

Un risultato di tutto rispetto se si considera che solo le prime tre squadre hanno avuto accesso alla fase nazionale.

Alla chiusura della stanza virtuale che ci teneva in collegamento videoconference con gli altri referenti scolastici, con gli arbitri e con i delegati federali, ho visto i ragazzi stanchi, provati, ancora con la mente tra i pezzi di gioco, ma orgogliosi, fieri di aver rappresentato con onore un’intera comunità scolastica, con la chiara luce della consapevolezza di aver vissuto un momento formativo importantissimo e memorabile nel proprio percorso scolastico e di crescita personale.

E come la chiamate voi quella luce, se non VITTORIA ?!?

Prof. D. Cristian Lentini






Link vai su