Ultima modifica: 25 Novembre 2021

“Europe CodeWeek 2021” e “Hour of Code 2021”: due appuntamenti ormai fissi per gli alunni della Rodari

– “E anche quest’anno scolastico ci siamo divertiti un botto imparando !” –

Questo il leitmotiv che ha animato le aule della nostra scuola durante le due settimane appena concluse.

Dal 9 al 24 ottobre, infatti, in tutto il mondo (e in particolare nei Paesi membri dell’Unione Europea) si è svolta la Europe CodeWeek, la Settimana europea della programmazione, un’iniziativa nata dal basso e sostenuta sin da subito (dal 2012) dalla Commissione Europea per sensibilizzare e promuovere l’insegnamento della programmazione informatica nelle scuole ed istituti di formazione di ogni ordine e grado. L’obiettivo dichiarato è quello di contribuire a diffondere il pensiero computazionale attraverso il coding in modo divertente e coinvolgente; obiettivo di anno in anno sempre più centrato, visto che sono sempre più i partecipanti (scuole, insegnanti, biblioteche e imprese), da tutto il mondo, che si uniscono all’iniziativa. Solo quest’anno, sono stati 73778 gli eventi registrati (https://codeweek.eu/scoreboard) e l’Italia si è piazzata al 7° posto con ben 15554 iniziative.

Tra queste, anche quelle dell’I.C. Rodari, che, grazie all’entusiasmo e alla competenza di alcuni docenti, ha proposto ai propri alunni diverse attività didattiche, tutte degne di interesse e nota.

Le classi 2A, 2B e 2C della scuola Primaria, ad esempio, si sono cimentate con attività plugged (“Sequenze di istruzioni con Angry Birds”) e unplugged (“A spasso tra i numeri”); la Scuola Secondaria di I grado ha risposto con ben 8 classi (le 4 seconde e le 4 terze) con la simulazione in Scratch dal titolo “Stopping pandemy with Coding”.


 

Ma andiamo con ordine, prof. (mi gridano spesso gli avidi sguardi di alcuni miei alunni) ! Cos’è il Pensiero Computazionale?

“Per pensiero computazionale si intende un processo mentale che consente di risolvere problemi di varia natura seguendo metodi e strumenti specifici pianificando una strategia. È un processo logico creativo che, più o meno consapevolmente, viene messo in atto nella vita quotidiana per affrontare e risolvere problemi. L’educazione ad agire consapevolmente tale strategia consente di apprendere ad affrontare le situazioni in modo analitico, scomponendole nei vari aspetti che le caratterizzano e pianificando per ognuno le soluzioni più idonee.

Tali strategie sono indispensabili nella programmazione dei computer, dei robot, ecc. che hanno bisogno di istruzioni precise e strutturate per svolgere i compiti richiesti. Tuttavia, nella didattica, si possono proficuamente mettere a punto attività legate al pensiero computazionale anche senza le macchine. Ogni situazione che presupponga una procedura da costruire, un problema da risolvere attraverso una sequenza di operazioni, una rete di connessioni da stabilire (es. un ipertesto), si collocano in tale ambito, a patto che le procedure e gli algoritmi siano accompagnati da riflessione, ricostruzione metacognitiva, esplicitazione e giustificazione delle scelte operate.

Sostanzialmente, si tratta di un’educazione al pensiero logico e analitico diretto alla soluzione di problemi. Impiegandolo in contesti di gioco educativo (es. la robotica), dispiega al meglio le proprie potenzialità, perché l’alunno ne constata immediatamente le molteplici e concrete applicazioni. Ciò contribuisce alla costruzione delle competenze matematiche, scientifiche e tecnologiche, ma anche allo spirito di iniziativa, nonché all’affinamento delle competenze linguistiche. Nei contesti attuali, in cui la tecnologia dell’informazione è così pervasiva, la padronanza del coding e del pensiero computazionale possono aiutare le persone a governare le macchine e a comprenderne meglio il funzionamento, senza esserne invece dominati e asserviti in modo acritico.”
(Tratto dal punto 5 delle “Indicazioni nazionali e nuovi scenari”, documento a cura del Comitato Scientifico Nazionale (CSN), istituito con DM 254/12 per l’attuazione delle Indicazioni nazionali e il “miglioramento continuo dell’insegnamento”).

Ma non dobbiamo pensare che il coding sia una pratica di nicchia, scelta solo da chi vuole imparare a programmare. E’ vero, il coding è lo “strumento” più efficace e divertente per programmare grazie a blocchetti colorati, ma è altrettanto vero che è il miglior viatico per potenziare il pensiero computazionale in qualunque ambito disciplinare, non necessariamente in informatica e matematica, in altre parole il coding è per tutti.

I ragazzi della Scuola Secondaria, ad esempio, hanno progettato e realizzato un applicativo in Scratch che simula il fenomeno del contagio di una malattia (batterica o virale) in un ambiente circoscritto, testando l’incidenza del numero e della mobilità di individui sani ed infetti sulla velocità di propagazione della pandemia (proprio come quella da COVID-19). Lascio a loro la parola per spiegarvi nel dettaglio cos’hanno ideato:

Forte, vero ? Davvero bravi !

Per di più, per svolgere attività come queste, non occorre avere già conoscenze specifiche né dispositivi elettronici particolari. Molti di loro erano alla prima esperienza nel campo.

L’aver stimolato il pensiero computazionale e aver condiviso con loro quest’esperienza fa ben sperare che il tutto avrà un seguito contagioso, anche dopo il suono della campanella!

Infatti, la pratica del coding non dovrebbe esaurirsi a scuola. Le famiglie della nostra comunità scolastica sono invitate a visitare le risorse gratuite messe a disposizione dalla Commissione Europea (https://codeweek.eu/resources/CodingAtHome) e ad approfondire il progetto “Coding in famiglia” dell’Università di Urbino e dell’Associazione CodeMOOCnet, in collaborazione con Rai Cultura. Sui rispettivi siti web potrete trovare una raccolta di brevi video, materiali fai da te, enigmi, giochi e sfide di coding.

Consolidare l’apprendimento del coding è un passo necessario per la formazione dei nostri ragazzi, perché il bisogno di capire il mondo digitale e di esserne parte attiva è un sentimento crescente, non solo per le generazioni digital native, ma anche per tutte quelle persone che hanno assistito alla sua crescita esponenziale nel corso della loro vita. Lo sviluppo di competenze cruciali legate al pensiero computazionale, come la risoluzione dei problemi, la collaborazione e le capacità analitiche consentirà agli studenti di oggi e domani di essere all’avanguardia in una società competente dal punto di vista digitale, sviluppare una migliore comprensione del mondo e avere maggiori possibilità di successo nella loro vita personale e professionale. E per chi ormai sta stretto nei banchi di scuola, comprendere le possibilità offerte dal digitale e scoprirne le meccaniche fondamentali è una skill quanto mai necessaria, in un mondo del lavoro che sta affrontando l’ardua trasformazione verso il 4.0.

E con la programmazione non finisce qui: si replica a dicembre con l’Ora del Codice, evento sponsorizzato dal Ministero dell’Istruzione e dal CINI, nell’ambito della Settimana Internazionale di Educazione Informatica (https://hourofcode.com/it), dal 6 al 12.

L’Ora del Codice, in inglese The Hour of Code, è un’iniziativa nata negli Stati Uniti per far sì che ogni studente, in ogni scuola del mondo, svolga almeno un’ora di programmazione.

Anche qui, l’obiettivo non è quello di far diventare tutti dei programmatori informatici, ma di diffondere conoscenze scientifiche di base per la comprensione della società moderna. In più, studi scientifici hanno dimostrato che svolgere attività di programmazione informatica promuove quelle capacità indispensabili per “leggere” la realtà e risolverne i problemi.

 

F.S. ICT
Prof. D. Cristian Lentini




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