Vicini anche a distanza: andar oltre le barriere spaziali
La scuola italiana dal 5 marzo sta vivendo una fase nuova e inaspettata della sua storia a causa dall’emergenza sanitaria che sta dilagato nel nostro Paese.
Dirigenti, docenti, alunni e famiglie si sono trovati di fronte all’urgenza di attuare una nuova modalità di far lezione fuori da scuola durante la sospensione forzata delle attività didattiche. Si sono aperti i nuovi scenari della didattica a distanza (DaD), erogata fuori dall’ambiente scolastico vissuto quotidianamente e dal calore dei rapporti umani e dagli scambi interpersonali che la vicinanza fisica permette.
Improvvisamente docenti e alunni si sono ritrovati ad affrontare un modo nuovo per incontrarsi e far lezione attraverso i devices che, comunque, permettono di non perdere del tutto i contatti e di continuare, in maniera inedita, a fruire del diritto allo studio, sancito dall’art. 33 della Costituzione, all’interno delle proprie abitazioni.
La circolare MIUR prot. 388 del 17.03.2020 avente ad oggetto “Prime indicazioni operative per le attività didattiche a distanza” afferma che “L’emergenza sanitaria che l’Italia sta attraversando, ha reso necessari, nell’arco di pochi giorni, provvedimenti che richiedono di “attivare per tutta la durata della sospensione delle attività didattiche nelle scuole, modalità di didattica a distanza avuto anche riguardo alle specifiche esigenze degli studenti con disabilità”.
La didattica a distanza sollecita l’intera comunità educante a continuare a perseguire il compito sociale e formativo del “fare scuola” per mantenere viva la comunità di classe, di scuola e il senso di appartenenza, combattere il rischio di isolamento e di demotivazione e non interrompere il percorso di apprendimento.
Le attività di didattica a distanza, come ogni attività didattica, per essere tali, prevedono la costruzione ragionata e guidata del sapere attraverso un’interazione tra docenti e alunni.
Nelle difficoltà di questo frangente storico la didattica a distanza è divenuto il “modus operandi” del nostro istituto che si è subito mobilitato per non tagliare quei ponti con i nostri alunni costretti a rimanere rinchiusi nelle mura domestiche per non contrarre il virus letale.
La scuola on-line costruita ex novo ha cercato di non seppellire l’entusiasmo, la creatività, la fantasia, dei nostri alunni, di offrir loro l’opportunità di formazione a cui hanno diritto poiché “Nessuna giornata in cui si è imparato qualcosa è andata persa.” (David Eddings).
Dalla scuola dell’infanzia alla scuola secondaria di I grado tutti i docenti hanno continuato a mantenere quella rete di relazioni e di rapporti che danno senso alla scuola che vuole dare impulso alla vita.
Insegnare da casa e raggiungere indistintamente tutti gli alunni ha richiesto un approccio diverso per rendere gli apprendimenti più accessibili, continuando a promuovere la partecipazione con i canali multimediali.
Le attività di didattica a distanza, come ogni attività didattica, per essere tali, hanno previsto la costruzione, per quanto possibile, di un “ambiente di apprendimento” funzionale alla crescita dei bambini e dei ragazzi.
Per la scuola dell’infanzia si sono sviluppate attività, per quanto possibile e in raccordo con le famiglie, costruite sul contatto “diretto” (se pure a distanza), tra docenti e bambini, anche solo mediante semplici messaggi vocali o video veicolati attraverso i docenti o i genitori rappresentanti di classe.
L’obiettivo, in particolare per i più piccoli, è quello di privilegiare la dimensione ludica e l’attenzione per la cura educativa precedentemente stabilite nelle sezioni.
Nella scuola primaria e secondaria di I grado sono state assicurate fin dai primi giorni di questa emergenza imprevista le lezioni, sperimentando piattaforme digitali e nuove modalità per star vicini pur nella distanza.
La DaD, inoltre, permette di attuare percorsi di personalizzazione per cucire addosso a ciascun alunno l’abito a lui più congeniale, nel tentativo di raggiungerlo e non lascialo solo.
Giova allora rammentare sempre che uno degli aspetti più importanti in questa delicata fase di emergenza è mantenere la socializzazione. Potrebbe sembrare un paradosso, ma le richieste che le famiglie rivolgono alle scuole vanno oltre ai compiti e alle lezioni a distanza, cercano infatti un rapporto più intenso e ravvicinato, seppur nella virtualità dettata dal momento.
Chiedono di poter ascoltare le nostre voci e le nostre rassicurazioni, di poter incrociare anche gli sguardi rassicuranti, per poter confidare paure e preoccupazioni.
La didattica a distanza crea così feed-back nuovi, vuole incoraggiare e sostenere negli alunni il senso di fiducia nei propri mezzi e nelle proprie possibilità, l’emozione del raggiungimento del successo pur nelle difficoltà oggettive che ci troviamo ad affrontare.
La scuola a distanza non può certamente sostituire la relazione educativa in aula fatta di sguardi e parole, ma al momento è sicuramente un mezzo fondamentale per non incorrere nell’abbandono e nell’isolamento a cui possono condurre le barriere spazio-temporali.
Le aule sono chiuse, ma la presenza dei docenti e del personale scolastico, pur nelle distanze fisiche non è mai venuta meno.
Sta a tutti noi, insieme, far sì che non venga sprecato un solo giorno di scuola che la vita non potrà più restituire a nessuno dei nostri alunni.
L’Ins. Rocchina GENTILE