Ultima modifica: 27 Dicembre 2019

La magia del TEATRO

“LA BOHEME” di Giacomo Puccini
Bari, 16 dicembre

Lunedì 16 dicembre alle ore 18,00 tutti  gli alunni di classe terza di Scuola Secondaria di Primo Grado  si sono recati al teatro, Petruzzelli per assistere ad una delle opere più celebri e amate della lirica, “La Boheme”, di Giacomo Puccini   in quattro quadri su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica.

La trama, ispirata al romanzo di Henri Murger “Scene della vita di Bohème”, racconta l’esistenza spensierata di alcuni giovani artisti bohémien nella Parigi del 1830.

Il testo dello scrittore francese rappresenta perfettamente la vita degli studenti che,  sfaccendati, si affacciano alla vita, con l’animo ancora pervaso dalla giocosa ingenuità della fanciullezza, protetta nei suoi eccessi dal focolare familiare e che ora incontra, talvolta scontrandosi con esso, un mondo fatto di espedienti, affetti, amori, dolori, commedia e tragedia, tutti distribuiti e indispensabili al grande percorso dell’esistenza. In questo scenario sono raccontate le vicende di Rodolfo e dei suoi amici. L’allestimento, particolarmente accurato nel definire i personaggi a tutto tondo, è di Hugo De Ana, regista argentino  molto originale nel caratterizzare le psicologie dei personaggi, il direttore d’orchestra è Giampaolo Bisanti (direttore musicale del Petruzzelli), Mimì la protagonista è  Mihaela Marcu, carismatica e musicalmente incantevole. Anche le scene e i costumi, portano la firma di Hugo de Ana e  ambientano le vicende come fosse un film muto del principio del secolo scorso. Questa scelta diventa evidente nel  secondo atto quando si assiste ad alcune  proiezioni con  riferimenti alla cinematografia di quegli anni. Momus è un chiosco d’un omonimo circo parigino, la crema è un gelato alla crema, Parpignol un figurante del circo medesimo, animato dalla presenza d’un Carro di Tespi e da altre attrazioni tipiche dei parchi di divertimento.

La bohème è un’opera eterna perché è impossibile non riconoscersi in ciò che accade, molte sono le similitudini con i ragazzi di oggi ma, sovente, lo si fa come fosse un etereo sogno, una rimembranza di quegli anni che, nonostante tutto, hanno rappresentato una tappa fondamentale. Gli alunni hanno assistito allo spettacolo  aperto solo alle  scuole. Da alcuni anni, infatti, l’ufficio scuola del Petruzzelli in unione con l’Ufficio Scolastico Regionale offre l’occasione di avvicinare  gli  alunni   alla  conoscenza  del  meraviglioso   mondo  dell’Opera,   di sensibilizzarli  alla musica lirica e di suscitare in loro curiosità, interesse e … divertimento. Quanto è magico entrare in un teatro e vedere spegnersi le luci. C’è un silenzio profondo, ed ecco che l’orchestra inizia a suonare, il sipario si apre ….. Si viene portati in un posto bellissimo, magico dove  tutti possono sognare ad occhi aperti. Avvicinare le nuove generazioni a generi musicali diversi è la speranza per il futuro della musica, e dei suoi talenti. Si deve sottolineare che l’occasione ha permesso ai ragazzi anche di visitare il teatro Petruzzelli, inaugurato sabato  14 Febbraio del 1903.

Internamente il teatro fu affrescato da Raffaele Armenise, decorato in oro zecchino e, cosa avveniristica per l’epoca, dotato di riscaldamento e luce elettrica per una capienza di 2.192 posti. Nella notte tra il 26 e il 27 ottobre 1991 l’edificio fu devastato da un violentissimo incendio doloso e solo il collasso della cupola, che ha soffocato le fiamme, ne ha impedito la distruzione. Il Teatro Petruzzelli riapre ufficialmente domenica 4 ottobre 2009, quasi 18 anni dopo il rogo, ha una capienza teorica di 1480 posti, che, togliendo i posti a disposizione per esigenze tecniche (luci, videocamere, regia ecc.) diventa di 1250 posti effettivi

Per i ragazzi  del nostro istituto è la prima esperienza di questo tipo, ma seppur con alcune difficoltà legate alla novità del linguaggio, tutti si sono detti colpiti e felici di averla vissuta, i loro sguardi attenti e il loro silenzio ha confermato l’emozione provata. Una volta terminato lo spettacolo, ognuno ha portato a casa un frammento di quel mondo: un dialogo, uno sguardo, un’aria … che gli resterà per sempre dentro, in un modo o nell’altro.

 

                  Docente Isabella Addabbo




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