4 Novembre: “Giornata dell’unità nazionale e delle forze armate” A LEZIONE DI CITTADINANZA ATTIVA
In data 4 novembre una rappresentanza degli alunni dell’Istituto Comprensivo “Gianni Rodari” (classi 4^ B e 5^ D di Scuola Primaria), rispondendo all’invito dell’Amministrazione comunale e dell’Associazione “Combattenti e reduci” ha potuto concretizzare un’attività di apprendimento in situazione in occasione della “Giornata dell’unità nazionale e delle forze armate”.
Alle ore 17,30 gli alunni, accompagnati dalle loro insegnanti, si sono radunati in Piazza Vittorio Veneto e con i rappresentanti delle istituzioni locali e delle Forze Armate hanno partecipato alla Santa messa in suffragio dei caduti di tutte le guerre presso la chiesa matrice della SS. Annunziata e successivamente alla loro commemorazione presso il Monumento dei caduti.
Il 4 novembre 1918 aveva fine il primo conflitto mondiale che aveva lasciato una traccia profonda nella storia dell’umanità.
L’Italia, fisicamente riunificata, ma piegata da una guerra disumana, si apprestava a tornare alla normalità, pagando il prezzo più alto: il sacrificio di migliaia di vite umane.
Da allora si celebra la “Giornata dell’unità nazionale e delle forze armate”, in ricordo delle tante, troppe vite spezzate, di giovani che non sono potuti invecchiare, a cui è stato negato il diritto di vivere.
La celebrazione per i nostri alunni sarebbe stata vacua esteriorità se il suo senso non fosse stato legato al messaggio che vuole tramandare a tutte le generazioni: la lotta a tutte le forme di violenza che non vengono generate soltanto dai conflitti bellici e combattuti con le armi ma dall’uomo che non fa tesoro della memoria per costruire un mondo migliore.
La violenza, infatti, è un pericolo incombente per tutti, non minaccia soltanto le popolazioni che ancora oggi sono devastate dalla guerra, ma è presente in ogni angolo del mondo e in ogni individuo e spesso non si fa mai abbastanza per debellarla.
I conflitti di oggi sono anche figli della nostra incapacità di ascoltare e di venire incontro all’altro, della nostra “complicità” con l’ingiustizia attraverso i nostri silenzi omertosi e di comodo.
La guerra non è un fatto del passato che non ci appartiene più, anzi siamo noi a fomentarla nel momento in cui creiamo le condizioni favorevoli per il suo insorgere e per il suo propagarsi con il nostro “chiudere gli occhi” di fronte a quanto va denunciato ed eliminato.
Quale migliore lezione di educazione alla cittadinanza attiva per i nostri bambini, che partecipare a una ricorrenza non meramente celebrativa e di facciata, ma densa di significato e portatrice di valori universali?
La presenza dei nostri bambini all’evento è stata un’occasione per “guardare al passato e andare incontro al futuro”, per perpetuare la memoria al fine di far germogliare i semi della fratellanza, aprire gli occhi e guardare con attenzione a ciò che accade intorno a noi affinché non ci siano più violenze di ogni genere.
La lezione informale di “Cittadinanza e Costituzione” ha lasciato il segno: gli alunni d’ora in avanti saranno maggiormente in grado di riflettere su situazioni attuali di pace/guerra, di sviluppo/regressione, di rispetto/violazione dei diritti umani, di giustizia/ingiustizia e saranno più consapevoli e pronti all’impegno personale.
Sono i nostri bambini i custodi della memoria storica.
Essi hanno il diritto di conoscerla e di tramandarla alle generazioni future, infatti, “la memoria è tesoro e custode di tutte le cose” (Cicerone).
La ricorrenza ha tracciato il solco dell’ ”etica della responsabilità”, che si costruisce sia a scuola sia in connubio con il territorio quando entrambi sono davvero impegnati per la crescita autentica dell’uomo.
Inss. Rocchina Gentile – Raffaella Intini