“Parlare per affrontare”: una storia di bullismo
“Parlare per affrontare” una storia di bullismo dell’alunna Federica Skoti (2^D) si classifica al Terzo posto nel concorso “Racconta la storia di Clementino e Clementina”
Parlare per affrontare!
Era una giornata di primavera, Clementina stava tornando a casa dopo una lunga mattinata trascorsa a scuola. Non riusciva a non pensare alla verifica di Algebra: se fosse andata male, le avrebbe rovinato la media.
Appena aperto il cancello della sua abitazione, le corse incontro il suo Pastore Tedesco che la salutò scodinzolando.
-Ehi Jake!- salutò il cane e corse dentro per mangiare.
Quando tutti furono a tavola, la mamma, le chiese -Cara! Com’è andata oggi a scuola?-
-Non male!- rispose la ragazza.
-Clementino! Ho saputo che stasera vai a una festa!- Riprese la madre.
Il ragazzo, in quel momento, aveva gli occhi fissi sul suo cellulare.
-Sì, ma’!- Disse distrattamente Clementino cercando di chiudere in fretta la conversazione.
– Che ti avevo detto a proposito del telefono a tavola?!- lo rimproverò la donna.
In tutta risposta il ragazzo, ignorando il rimprovero della madre, si alzò e disse di dover andare in palestra e, prima che qualcuno potesse aprire bocca, era già pronto con il suo borsone firmato.
Clementino era il fratello gemello di Clementina, ma non avevano nulla in comune, se non il fatto che si vestivano entrambi in modo eccentrico e, soprattutto alle feste, amavano indossare vestiti con colori che richiamavano i frutti della loro terra.
La ragazza aveva chiesto alla nonna di cucire per lei un “gonnellone” con un motivo che richiamava le pale di fichi d’India. Solitamente si vestiva con magliette corte e attillate, un paio di shorts, gioielli molto ingombranti e stivali borchiati col tacco. Raccoglieva sempre i suoi capelli, che aveva tinto d’arancione, in due chignon, lasciando alcune ciocche sciolte. Usava truccarsi spesso e questo metteva in risalto i suoi occhi verde smeraldo, identici a quelli del fratello.
Clementina era una ragazza non troppo alta che all’apparenza sembrava volersi mettere in mostra però, caratterialmente, era timida, riservata e molto sensibile.
Clementino, invece, era un ragazzo alto e bello che aveva come seconda casa la palestra; infatti era molto muscoloso. Lui, a differenza della sorella, era narcisista, egocentrico e megalomane. Nella scuola veniva considerato un leader; aveva sorprendentemente degli ottimi voti e tutte le ragazze erano pazze di lui.
I suoi capelli erano di un color biondo cenere e spesso spettinati e i suoi occhi a mandorla.
Era solito indossare T-shirt, pantaloni e scarpe di marche costose e un cinturone con una grande fibbia a forma di mandarino.
Il pomeriggio passò in fretta e i due fratelli andarono alla festa: era stata organizzata da un compagno di classe di Clementino in occasione dei suoi quindici anni, a casa sua.
Appena entrata, Clementina notò subito che un gruppo di ragazze stava ridendo per qualcosa, ma non ci fece molto caso e andò a prendere del cibo. Nel frattempo Clementino era andato dai suoi amici.
-Ma sei serio bro’? Hai davvero portato tua sorella con te?!- disse Rocco, un membro della sua comitiva.
-È stata la vecchia ad insistere- rispose il biondo riferendosi alla madre.
-Di chiunque sia stata l’idea, non farti più vedere in giro con lei o ti rovinerai la reputazione!- Esclamò Gianni, il suo compagno di banco.
Clementina, in quell’ambiente, continuava a sentirsi sempre più a disagio, quindi decise di uscire a prendere una boccata d’aria.
Era seduta su una panchina e stava ammirando il panorama palagianese: grazie alla poca luce che illuminava le strade e le campagne si poteva vedere l’erba bagnata dalle prime gocce di rugiada.
Nell’aria si sentiva un forte profumo di zagare che le ricordava quando, durante la sua infanzia, andava dai nonni e giocava a nascondino o si divertiva a fare ghirlande di fiori con il fratello Clementino: quelli sì che erano bei tempi!
Era bello allora correre tra i boschi, buttarsi sull’erba verde e guardare il cielo azzurro e quelle nuvole dal colore dello zucchero filato paragonate a qualsiasi forma possibile e immaginabile. Pensando a quei momenti, Clementina accennò un sorriso: in quegli anni suo fratello era diverso, era davvero il suo migliore amico, sempre gentile e disponibile con lei.
Ad interrompere quei ricordi furono tre ragazze, che si avvicinarono alla ragazza con fare minaccioso.
-Tsk! Senti, questa panchina è riservata a noi!- Disse Stella, la bulla della scuola.
-Esatto, quindi adesso smamma!- Aggiunsero in coro Maria e Daniela.
– Scusate! Io non … – rispose timida Clementina alzandosi.
Daniela sussurrò qualcosa a Stella che subito si mise a ridere.
-Quindi tu saresti la tipa che si veste in modo assurdo? Clementina… se non ricordo male!- la schernì Stella.
Le tre continuarono a insultarla finché lei non scappò a casa in lacrime.
Passarono i mesi e le cose stavano peggiorando di giorno in giorno: i voti della ragazza erano calati drasticamente, soffriva d’insonnia e stava iniziando a rifiutare il cibo.
I genitori erano preoccupati per lei e cominciarono a porre mille domande a Clementino. Il ragazzo, che era stufo di quella situazione, iniziò a indagare sui comportamenti della sorella: la osservava attentamente e controllava di nascosto il suo diario, ma non trovava nulla di strano.
La famiglia dei ragazzi organizzò un fine settimana in campagna dai nonni. I gemelli erano felicissimi di poterli riabbracciare, poiché non li vedevano da tanto tempo. Dopo un breve tragitto arrivarono a destinazione: una semplice casetta rossa con una veranda decorata da numerose piante rampicanti; intorno c’era la vasta campagna palagianese della contrada Pozzo di Serra con ulivi, mandorli, fiori e alberi di agrumi.
Appena entrati trovarono la nonna e sua sorella intente a preparare delle deliziose orecchiette e il nonno seduto su una poltrona con il figlio a giocare al solitario.
-Ciao, no’!- disse Clementino alla nonna.
-Ciao nonna … – salutò timidamente Clementina -Come va?-
-Bùun, bùun!-rispose l’anziana – e tu a la nonn’? T’ vet sciupét! Ma… a mangét?-
-Sì! Sì! Ho mangiato! Ho solo un po’ di mal di testa.
– Non è ca qualcun t’affascnét – disse la sorella della nonna, la prozia Matilde.
-Veramént! Vien’ que a la nonn ca t’ sfascn!- E così l’anziana mentre leccava la fronte della nipotina e sputava ai vari venti recitò un antica formula che aveva il potere di togliere l’affascino.
“Quann l’affascn ve’ c vi’ iacch a Crist e Mari’; Crist e Mari’ addummann “Tu affascn addò a sci?”, “Iggh a scì da Clmntìn” “Tu da Clmntìn non jà scì, purcè Clmntìn iè n’anm bndètt!” “C’ t’affascn, t’ sfascn”. Quando l’Affascino va per via, trova a Gesù Cristo e Maria. Cristo e Maria gli chiedono: “Tu, Affascino dove stai andando?”. “Sto andando da Clementina”. “Tu da Clementina non andrai, perché Clementina è un’anima benedetta” “Chi ti ha affascitato, ti tolga l’affascino”.
Nel corso della giornata prodigiosamente il mal di testa passò e a tavola Clementina poté gustare le prelibatezze preparate con tanto amore: orecchiette con le cime di rapa, le braciole, una frittata di asparagi e le zeppole con la crema e l’amarena. Le erano finalmente ritornate la fame e il buon umore.
La sera poi tutti si radunarono attorno al fuoco per ammirare il falò di San Giuseppe e Clementino si divertì a gettare di nascosto manciate di sale nel fuoco per far spaventare le donne di casa.
Ma come tutte le cose belle, anche quella giornata passò in fretta e già il giorno dopo Clementina sprofondò nuovamente in uno stato di angoscia.
Una sera, Clementino era appena tornato da un’uscita tra amici e sentì dei singhiozzi provenire da camera di Clementina. Senza pensarci due volte si fiondò nella stanza e la trovo lì a piangere.
-Ehi Cleme’! Che succede? Perché piangi?- Chiese il gemello.
-E a te che importa?- Disse.
Dopo quella frase il ragazzo la abbracciò per poi asciugarle le lacrime.
-Voglio solo sapere cos’è successo.-
La dolcezza del fratello riuscì ad aprire il cuore della ragazza che cominciò a raccontargli tutto: non andava più a scuola da un mese per paura che la picchiassero e aveva perfino strappato la lettera inviata dal D.S. ai suoi genitori per segnalare le assenze.
Clementino allora prese in pugno la situazione e spinse la sorella ad affrontare il problema. Le ricordò che non era sola e che poteva sempre contare su di lui e sulla sua famiglia.
Stella, Maria e Daniela vennero punite duramente dal D.S. con una sospensione e Clementina partecipò ad una trasmissione televisiva in cui parlavano di bullismo. Poté raccontare la sua esperienza incoraggiando i ragazzi a parlare per affrontare!
Federica Skoti 2^D