Ultima modifica: 25 Giugno 2019

Perché un libro tattile?

A conclusione del ciclo scolastico nella scuola dell’infanzia e il contatto diretto con i bambini, in particolare con bambini “speciali”, ho sperimentato come la realizzazione di un libro tattile illustrato sia un oggetto di grande valore, non solo perché spesso è simile a un’opera d’arte ma per le numerose e positive implicazioni cognitive, linguistiche, motorie e affettive che genera nel bambino. Sebbene questa tipologia di libro sia pensata innanzitutto per bambini ciechi, essa è uno strumento multisensoriale di grande stimolo anche per i bambini con disturbi dello spettro autistico, sordità, disabilità intellettiva e motoria, ma anche per coloro il cui sviluppo è normotipico. Attraverso il tatto il bambino si approccia alla conoscenza del mondo, è pertanto di tipo plurisensoriale.

Approfondendo qualche ricerca, nella didattica Montessoriana (e non solo) l’educazione dei sensi ha come obiettivo quello di affinare la percezione per mezzo di esercizi ripetuti: il materiale didattico utilizzato rende possibile l’autoeducazione del bambino e una formazione metodica dei sensi. Si tratta in generale di oggetti che attirano l’attenzione spontanea e che contengono una gradazione razionale di stimoli.

Toccare ed esplorare le immagini in rilievo, stimolerà la sua curiosità a toccare, potenziando quindi le sue capacità di analisi percettiva e di esplorazione tattile. Girando le pagine del libro ed interagendo con le diverse attività che il libro può proporre (aprire, chiudere, girare, alzare, tirare, ecc), potenzierà le sue capacità di motricità fine e i concetti spaziali. Leggendo le immagini tattili, il bambino imparerà ad associare la situazione rappresentata con la sua esperienza reale, arrivando gradualmente a comprendere il concetto di simbolo iconico. In tal senso, quindi, i libri tattili si rivelano uno strumento prezioso per lo sviluppo cognitivo, in quanto rinforzano la capacità di rappresentazione mentale. Si configurano, insomma, come un vero e proprio strumento di apprendimento che deve comunque essere proposto in un contesto ludico, in cui il bambino si diverte e partecipa con gioia e interesse all’attività.

 

Palagiano 24/06/19                                                                           L’insegnante di sostegno Lucia Ferente




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